Ave Maria

lunedì 17 settembre 2007

Le esigenze dell'amore

L'unione con il nostro prossimo deve essere come quella delle membra del corpo che si aiutano scambievolmente nell'agire, nel perfezionarsi, in tutto; essa ci chiede di allontanare da noi tutto ciò che la può ostacolare. In particolare ci chiede di combattere i vizi mediante le virtù contrarie, soprattutto con l'umiltà.
Non bisogna invidiare nessuno; l'amore deve partire dal cuore ed essere manifestato nelle opere. Dobbiamo avere molta stima degli altri e parlarne sempre bene; non riferire ad altri quanto si è udito sul conto loro, tanto più se sono cose che li possono amareggiare. Usare sempre parole buone che favoriscano la carità; guardarsi dalle parole pungenti che possono ferire; astenersi dall'ostinazione, dal contraddire, dal riprendere quando non è opportuno.
Non basta compiere opere buone, ma bisogna compierle in modo che esprimano la nostra buona volontà.
Quando si verificasse uno screzio con gli altri, non rispondere nello stesso tono, ma dissimulare con umiltà.
Ricordiamo che quando qualcuno ci procura dei dispiaceri, dobbiamo:
  • tenere ben lontano da noi anche solo il desiderio della vendetta; far sì che il nostro perdono non consista solamente nel non desiderare il male dell'altro, ma nel procurare che in noi non rimanga alcun residuo di amarezza o di fastidio;
  • non conservare avversione contro nessuno; astenerci dai giudizi temerari, tanto più gravi quanto più lo è la cosa di cui in cuor nostro accusiamo l'altro;
  • non dimentichiamo che i giudizi temerari provengono in primo luogo dalla nostra superbia.

Madre Speranza

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